Il Taijiquan come forma integrata di terapia e riabilitazione nelle pazienti operate di carcinoma mammario
Dal 2001 al 2011 ho lavorato, in qualità di fisioterapista, presso l’Unità Riabilitativa del DS 26 ASL Napoli 1, nell’ambito di un progetto di riabilitazione indirizzato a donne operate di tumore al seno seguite da un’equipe, di cui facevo parte, nella fase pre e post intervento e nel successivo follow up a medio e lungo termine. Il progetto prevedeva, accanto al momento specificamente riabilitativo, un approccio integrato a vari livelli al fine di ottenere una maggiore compliance terapeutica e una migliore qualità della vita durante e dopo le cure. In questo senso, il programma riabilitativo a partire dal linfodrenaggio e dalla fisiochinesiterapia individuale e di gruppo, volte ad affrontare gli esiti dell’intervento, prevedeva una presa in carico complessiva delle pazienti, nell’ottica di una concezione che vede il benessere dell’individuo elemento imprescindibile della salute secondo la definizione fornita dall’O.M.S. Trovo interessante e utile a distanza di tempo ripercorrere i risultati di un esperienza di insegnamento del Taijiquan e del Qigong durata oltre un anno e mezzo dalla primavera del 2009 alla fine del 2011.
Praticando da diversi anni il Qigong e il Taijiquan dello stile Chen Xiaojia, ed avendone intrapreso agli inizi del 2009 l’insegnamento sotto l’esortazione e la guida della Maestra Carmela Filosa, supportato da lei, assunsi l’iniziativa di proporre la pratica del Qigong e del Taijiquan Chen Xiaojia per le pazienti operate al seno. La Maestra stessa inaugurò il corso che avrei tenuto all’Unità Riabilitativa con una sua esibizione che fu accolta davvero con grande partecipazione. La proposta fu recepita con incoraggiante disponibilità dalla oncologa, dott.ssa Fulvia Mastrogiacomo Russo, responsabile del progetto e dalla fisiatra dott.ssa Maria Sollazzo. L’esperienza di pratica personale e l’insegnamento mi inducevano a pensare che la piacevolezza di queste discipline e il benessere derivante, una volta calibrate opportunamente sulle condizioni di queste pazienti avrebbero potuto facilmente essere sperimentate da queste. L’obiettivo era restituire la percezione di una corporeità che potesse essere di nuovo fonte di agio, di piacere e di energia dopo la crisi prodotta della scoperta della malattia e dal carico, necessario ma fisicamente e psicologicamente oneroso delle varie fasi dell’intervento terapeutico: chirurgia, chemioterapia, radioterapia. I risultati furono incoraggianti e a volte sorprendenti: la lentezza e la grazia dei movimenti, la consapevolezza della postura e del respiro insieme e quel corteo di inconsuete e piacevoli sensazioni che vengono associate in Medicina Cinese alla circolazione del Qi restituivano una sensazione di benessere che le pazienti avevano da diverso tempo smarrito, a ciò si aggiungevano un miglioramento dell’umore in generale e della qualità del sonno, e cosa notevole, una attenuazione degli spiacevoli effetti collaterali sperimentati durante la chemioterapia. A questi risultati se ne aggiunse uno che ritengo particolarmente interessante e specifico dello stile Chen Xiaojia del Taijiquan: la difficoltà; la Xiaojia con i suoi movimenti spiraleggianti verticali e continui, fedeli alle caratteristiche originali con cui quest’arte marziale e di benessere venne concepita a metà del 1600 dal suo geniale inventore Chen Wangting (in una sintesi dei circa due millenni di tradizione marziale e di ricerca somatopsichica della cultura cinese) non è uno stile facile, rappresenta una sfida e le pazienti sfidate rispondevano con entusiasmo a qualcosa che le mettesse alla prova ritornando alla lezione successiva, che ovviamente si svolgeva in gruppo, desiderose di mettersi in gioco e di superarsi. La difficoltà della Xiaojia, oculatamente somministrata per la specifica situazione, aggiungeva un ulteriore beneficio: una forte spinta motivazionale messa in gioco dalla sollecitazione dei meccanismi di gratificazione-ricompensa connessi a quella che in termini neurologici corrisponde alla messa in circolo della dopamina assicurando la continuità della partecipazione alla pratica
Concludo ricordando che già all’epoca il Qigong e il Taijiquan (anche se non il Chen Xiaojia con le sue straordinarie peculiarità) era stato sperimentato con successo presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e da allora il ricorso a queste discipline come forma di terapia e di riabilitazione integrata si è ulteriormente diffuso. La letteratura scientificamente attendibile inizia ad essere cospicua, qui mi limito a ricordare due studi molto noti: quello di Michael R. Irwin che ha constatato un incremento della risposta immunitaria in anziani che praticavano il Taijiquan e quella di un gruppo di oncologi dell’Università di Rochester che ha registrato un miglioramento della qualità della vita e dell’autostima in donne operate al seno. Per quanto riguarda la mia specifica esperienza i risultati, in corso d’0pera, furono riportati sul Bollettino dell’Orine dei Medici chirurgi e Odontoiatri di Napoli del Luglio/Agosto 2010 a firma della dott.ssa Fulvia Mastrogiacomo Russo, Oncologa e della dott.ssa Maria Sollazzo Fisiatra. Non resta che continuare a studiare e proporre con le misure che le singole patologie richiedono i benefici di queste straordinarie discipline.
Bibliografia:
Mastrogiacomo Russo F., Sollazzo M.
Bisturi e Psiche arriva il Qigong – Distretto 26 contro il tumore antiche tecniche orientali; Bollettino OMCeO Napoli . Luglio/Agosto 2010; 18-19
Irwin Michael R, Olmstead Richard, Oxman Michael N.
Augmenting immune responses to varicella zoster virus in older adults: a randomized, controlled trial;
Tai Chi Journal of the American Geriatrics Society, 2007; 55(4): 511-7.
Mustian, K.M., Katula, J.A., Gill, D.L., Roscoe, J.A., Lang, D., & Murphy, K. (2004). Tai chi chuan, health- related quality of life, and self-esteem: A randomized trial for breast cancer survivors. Supportive Care in Cancer, 12, 871-876.
Ameliorative effects of Tai Chi on cancer-related fatigue: a meta-analysis of randomized controlled trials. SupportCare Cancer . (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29564620#) 2018 Jul;26(7):2091-2102
Health benefits of qigong or tai chi for cancer patients: a systematic review and meta-analyses. Complement Ther Med.
(https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24559833#) 2014 Feb;22(1):173-8
Tai chi, cellular inflammation, and transcriptome dynamics in breast cancer survivors with insomnia: a randomized controlled trial. J Natl Cancer Inst Monogr. (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25749595#) 2014 Nov;2014(50):295-301
Michelangelo Fedi, laurea magistrale in Lettere, iscritto in III fascia per l’insegnamento dell’Italiano e del Latino nei Licei, fisioterapista iscritto all’Albo, Maestro CSEN di Taijiquan, cintura nera III duan, e insegnante di Qigong. Ha praticato Karate, Taekwondo e Aikido prima di dedicarsi alla pratica del Taijiquan. Studia da oltre 15 anni come allievo della Maestra Carmela Filosa. Insegna il Taijiquan dello stile Chen Xiaojia e il Qigong dal 2009. Ha sperimentato l’utilizzo di queste due discipline in sia in ambito riabilitativo che educativo. Nel biennio 2010-2011, ha introdotto il Taijiquan come integrazione al percorso di recupero di pazienti operate al seno presso l’Unità Operativa di Assistenza Riabilitativa del DS 26 dell’ASL Napoli 1. Nel 2018, nell’ambito del Progetto Scuola Viva presso il Liceo Francesco Sbordone di Napoli, ha tenuto un corso di Taijiquan Chen Xiaojia della durata di 30 ore